Ma quando però si hanno a costruire teatri di materia
dura, cioè di cementi, di pietre quadre o di marmo, le
quali cose tutte non possono rimbombare, allora è necessario farli colle divisate regole. Se si cercasse ancora,
in qual teatro si siano fatte queste cose, dirò, che in
Roma non ne abbiamo da poter mostrare, ma bensì in
vari luoghi d’Italia, e in molte città de’ Greci.
(Capitolo V)
Il laconico, e la stufa hanno a stare vicino al tepidario: questo sarà alto sino a’ peducci della volta tanto,
quanto è la sua larghezza: in mezzo alla volta vi si lasci
un buco, dal quale penda con catene uno scudo di rame,
dall’alzamento e abbassamento del quale si regolerà il
grado della stufa; deve costruirsi rotondo, acciocchè la
forza della fiamma, e del calore possa diffondersi egualmente dal mezzo intorno intorno per tutto il giro.
(Capitolo X)
Non debbo tralasciare di parlare del comodo de’ Porti,
e della maniera, come si riparano in essi le navi nelle
tempeste. Se questi saranno fatti dalla natura medesima,
ed avranno scogli, o promontorj prolungati, i quali naturalmente formino da dentro archi, o gomiti secondo i
siti, saranno senza dubbio i più comodi; imperciocchè
non si ha a far’altro, che costruire attorno de’ porticati, o sieno arsenali, e da’ portici il passaggio ai mercati; e poi da una parte, e dall’altra alzare delle torri, dalle quali si possano per via di macchine tirare le catene.
(Capitolo XII)
Alla prossima pubblicazione.
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